Ebbene sì, È una cosa oramai nota a tutti ma sembra che ognuno di noi se ne sbatta le palle e continui a fare come se ciò non fosse un problema reale.
“Il valore dei dati raccolti da Facebook ha superato il valore del Petrolio”
Ecco l’affermazione di un’ex dipendente di Cambridge Analytica.
Come ben sapete sono appassionato di tecnologia e qualche giorno fa ho visto un altro documentario che tratta la raccolta e utilizzo dei dati personali di ogni singolo utente.
Facebook è il maggiore detentore, assieme a Google, dei nostri dati personali. Preferenze sessuali, alimentari, idee politiche, abbigliamento, musica, ecc. Tutto. E quando dico tutto, intendo veramente tutto.
La colpa principale però è nostra. Quanti di voi leggono tutte le FAQ e termini d’uso di ogni applicazione o sito al quale vi iscrivete? NESSUNO. Ecco la risposta.
Con la voglia e fretta di iscriverci alla nuova app che ci invecchia, accettiamo i termini d’uso, senza sapere che diamo libero accesso ai nostri dati. Questo è solo un esempio, ma è così con tutto.
I peggiori sono quelli che fanno i test su Facebook: “A quale personaggio famoso assomigli? Che animale sei? Qual è la tua carica sessuale?”
Tutta una serie inutile di test dove ogni singolo utente regala informazioni per profilare i propri interessi.
Insomma, ogni volta che fate uno di questi test di merda, state regalando i vostri dati a qualcuno, e non solo i vostri ma anche quelli di tutti i vostri contatti.
Ora, negli ultimi mesi sto usando sempre meno le piattaforme di casa Facebook e obiettivamente non mi è cambiato nulla. Sono piattaforme utilissime per fare marketing, ma solo in alcuni settori e se ben utilizzate, e totalmente inutili per il resto.
Continuo a trovare video, aggiornamenti di stato, foto e inserzioni letteralmente inutili e il questo mi ha alleggerito notevolmente le giornate.
Ciò di cui non ci accorgiamo è che i grossi media, con il bombardamento di informazioni che riceviamo, riescono a influenzare le nostre decisioni.
Ho fatto qualche test: per determinati periodi ho sempre e solo fatto determinate scelte digitali e toh, puntualmente tutti i contenuti vertevano verso quelle abitudini tanto a portarmi poi a pensare, nella vita reale, sempre e solo a quegli argomenti.
Così poi ho deciso di smettere di condividere informazioni, mettere like a pagine, guardare video, foto ecc, e insomma, il tutto è svanito.
Ho fatto pulizia di tutta la merda che ricevevo via mail sotto forma di newsletter, perché ragazzi, ricevere qualche email informativa è una cosa, ma ricevere ogni giorno un messaggio dallo stesso mittente è spam.
Mediamente ricevevo 50 email al giorno di spazzatura, oggi ricevo 2-3 messaggi a settimana. Quando mi iscrivo a una piattaforma web disabilito l’accettazione a l’uso dei miei dati, a parte le necessarie per la navigazione, e ho creato un indirizzo email alias dove far vergere l’eventuale monnezza.
Il risultato è fantastico, nessuno mi caca più il cazzo.
Quindi, per farla breve, è utile avere il pacchetto Facebook ? No.
Da quando ho cambiato attività, smettendo di utilizzarlo a scopo lavorativo, ho migliorato i miei rendimenti professionali.
A breve eliminerò tutte le sue app e chi vorrà potrà continuare a seguirmi su questo blog, contattarmi via telefono o via email. Tanto alla fine, a chi interessano davvero le mie foto col cane?
Credo che siamo schiavi digitali ma solo perché vogliamo esserlo. Siamo convinti che essere costantemente connessi ci avvicini ai nostri amici ma in realtà ci allontana.
Sarà pure un luogo comune ma in quanti di noi a cena discutiamo di come sia buono e ben fatto il piatto che abbiamo ordinato, invece di soffermarci a fotografarlo e metterlo online in tempo reale?
Un paio d’anni fa, a Londra, ho perso così tanto tempo, senza accorgermene nel fare le foto alla mia colazione, che è arrivato il proprietario del pub, con tono mortificato, a chiedermi se andasse bene o no. Il tutto perché in quasi 10’, di cui io non mi sono minimamente accorto fossero passati, non avevo mangiato nulla.
Mi sono sentito un coglione.
Mi piace molto fare foto e condividerle su Instagram ma ammetto che da quell’episodio londinese ne ho un po’ perso la voglia. Condivido raramente contenuti di valore che riguardano me e la mia vita privata.
Mah, ora è arrivato il momento di smettere di scrivere questo post e uscire con Spock a bermi una birretta.
Buona continuazione!