<< Si Pronto? Ah sei già lì? Eh guarda sono ancora in ufficio. Si si sto staccando, spengo il pc, parto e 20 minuti sono li per l’aperitivo! Bella, a tra poco! >>
Era Mark, il mio “socio”. A volte ci vediamo dopo il lavoro per fare insieme un’aperitivo; ci rilassa dopo la giornata lavorativa. Niente ti lava i pensieri come una Pinta di Guinness. Stout, tostatura afrodisiaca, cappello di schiuma cremosissimo color nocciola… E’ capace di azzerarti la sete in un attimo e non vedo l’ora di raggiungere il mio amico per rilassarmi.
Mentre fantastico, spengo il computer, saluto il capo, prendo la borsa e via, giù per le scale fino al seminterrato dov’è parcheggiata l’auto.
Metto in moto il mezzo, accendo l’autoradio e via che parte Mein Teil dei “Rammstein” e tra un pezzo e l’altro arrivo finalmente davanti al Pub.
Il tempo non è dei migliori, credo che stia per tempestare a breve, ma tanto io sarò al chiuso.
Tipico locale Irlandese, il “McDoyle”, piccoli tavoli in legno scuro, bandiere irlandesi sul soffitto, arredi vari fatti da vecchi strumenti di lavoro arrugginiti, palle da Rugby, coppe, lattine e bottiglie vuote, un bancone lunghissimo con sgabelli in ottone e cuscini in panno verde. Dietro ad ognuno c’è una targhetta, la quale contrassegna il nome dei clienti abituali ed affezionati, e naturalmente un paio di pareti sono allestite per il gioco delle Freccette!
Vado verso lo sgabello con scritto il mio nome, Ernest, in centro al bancone, proprio davanti alle leve delle Spine.
<<Ciao…man, come va?>>
<<Ciao Ernest, tutto bene. Già qui?>> mi dice il “nuovo” Barista.
<< man, scusa ma Andy? >>
<< E’ via per qualche ora, sbriga un paio di cose e dovrebbe tornare. Solito?>>
<<Si, solita Pinta grazie! Scusami, tu sei?>>
<<Si sorry, Ernest, di te mi ha parlato Andy e ti ho visto altre volte qui…tutti mi chiamano Bones, piacere>>
<<Bella.>>
Andy, il proprietario del locale, è via… Beh è strano arrivare al locale che frequenti da anni e vedere dietro al bancone un viso nuovo.
Probabilmente Bones è uno dei tanti clienti che passa di qui ogni giorno e si siede ad un tavolo con gli amici o la fidanzata… ammesso che ne abbia una, è così magro che gli si vedono tutte le ossa, pelle pallidissima, rasato e senza barba. Si mi sa che è per questo che lo chiamano Bones.
Mi guardo attorno e cerco il mio socio, appena entrato credevo fosse al bagno, ma non lo vedo materializzarsi dalla porta della toilette… Boh, eppure quando mi ha chiamato era già qui.
Gli scrivo un messaggio su WhatsApp. “Zio, ma dove sei finito? Hai rimorchiato e sei a schiacciare? Dai che la birra si scalda !”
Se è a trombare con una delle “sue” donne, una volta finito verrà qui.
Il McDoyle è un bel posto per cuccare, spesso ci capita di rimorchiare qualcuna, ma a volte siamo troppo ubriachi per rendercene conto.
Mentre chiedo la seconda Pinta sento il campanellino sulla porta d’ingresso che suona, mi giro sperando fosse Mark, invece è una Milf, una Milf cessa.
Secondo me quarantacinque anni portati male, capello biondo tinto con una ricrescita castano scuro di tre centimetri, rossetto rosa shocking di quelli impastati, eyeliner sbavato, collant leopardati, maglietta rossa un po troppo attillata che sembra le stiano scoppiando le bocce cadenti, una minigonna in quel tessuto tipo latex che le fa sembrare i due cosciotti un’insaccato, per poi finire con delle scarpe Tacco 12 laccate rosa in tinta con la sua pochette.
Cerco di fare due belle sorsate per dimenticarmi la scena raccapricciante, ma inizio a sentire il tanfo di un fortissimo profumo dolciastro mischiato all’odore di un posacenere bagnato.
Oh cazzo, la milf si è seduta qui di fianco, e ordina un Jameson’s doppio liscio.
Mentre sorseggio la mia birra, controllo il cellulare, ma nessuna risposta da parte di Mark. Appena metto in tasca il telefono, la milf alza il bicchiere verso di me ed accenna al brindisi, ricambio e scolo giù.
<< Margaret piacere>>.
<< Ernest, piacere>>.
Inizia ad attaccarmi bottone, beh io son da solo, quindi faccio due chiacchiere volentieri.
<< Come mai Solo?>>
<< Aspetto il mio amico, ci troviamo qui dopo il lavoro per bere un po assieme e rilassarci un attimo, sai per staccare la spina dallo stress lavorativo, tu?>>
<< Io sono qui per caso, ho lasciato mio figlio ai nonni, così mi godo anche io la serata>>.
Non fa in tempo a finire la frase che mi prende la mano, se la mette su una tetta e mi infila un metro di lingua in gola; che schifo ha un alito pestilenziale. Mi stacco.
<< Bones, è ora della CarBomb!>>
Si ne ho bisogno, Pinta di Guinness con dentro un bicchiere di Whiskey e va bevuta all’alpina. Mi serve per sciacquarmi la bocca e cercare di dimenticare quel saporaccio.
<<Beh Ernst, allora dai raccontami qualcosa, cosa fai nella vita?>>
<<Umh, lavoro come programmatore per un’azienda qui in zona, tu Margaret?>>
<< Un po di tutto, cameriera, faccio le pulizie, segretaria, quello che capita insomma… La situazione lavorativa non è il massimo… Comunque per la maggiore faccio la medium, parlo con l’aldilà>>
<<oh cazzo, ah si? Parli con tutti?>>
<< Si, vuoi un esempio?>>
Lo rifà, mi rimette la lingua in bocca. Mi ristacco.
<<Si, hai mai parlato con Andreotti? Da defunto intendo eh, un politico mafioso, come tutti, un fottuto cancro per il nostro paese>>
<< Certo che si. Vero era un mafioso, però era uno Statista, uno che sapeva come far funzionare le cose in Italia dal lato giusto o sbagliato, si applicava, LAVORAVA, seppur male, ma Lavorava.>>
Resto basito, le dico che sono cazzate.
Guardo verso la fine del Bancone e vedo un vecchio ubriaco marcio che ci fissa.
Fa gesto che la Milf è sua e mi lancia una manciata di noccioline.
Riprendo a parlare con Margaret, intanto mi scolo la quarta pinta, magari se mi sbronzo non sento più il suo fetore.
<< Beh sai Ernest, ti svelo un segreto, io sono un’Arpia.>>
Scoppio a ridere, riguardo il telefono per vedere se Mark ha risposto, così mi libero di sto cassonetto, ma ancora nulla.
<< Ah si, sei un’arpia? E il piumaggio dove l’hai messo?>>
<< Eccolo.>>
Margaret si alza in piedi, si strappa gli straccetti che ha indosso e inizia a scarnificarsi con le mani, ed ecco le Ali che le spuntano dalla schiena, le due tette mosce sparite e ora al loro posto c’è un petto ricco di piume per non parlare delle zampe.
<< Vieni Ernest, Vieni qui da me, Baciami ancora.>>
Mi giro in panico verso Bones, la Milf continua ad avvicinarsi e a pronunciare il mio nome, chiamo BONES… mah, ora, dietro al banco c’è Andy.
<< Ernest, stai bene? >>
<< No Andy! La Milf che ci provava come ora è un’arpia, mi vuole, ma io no, poi puzza, AIUTAMI!>>
Riprendo il respiro, mi giro, ma è sparita.
<<Ernest, torna a casa, sei ubriaco marcio come tutti i santi giorni>>
<< CAZZO Andy ma non l’hai vista? Era qui, e Mark dov’è??? E’ passato per caso?>>.
<< Ernest, sei arrivato come sempre alle diciasette, appena apro, ti sei scolato una bottiglia di Whiskey e sei svenuto sul bancone, hai continuato a farneticare nel sonno il nome della tua ex moglie. Vai a casa, fatti una doccia e dormi. Cerca di fare qualcosa, ormai è passato un anno, hai perso tutto oltre a lei, non hai più neanche un lavoro da mesi!!!>>
Stordito e barcollante esco fuori, e vedo un ubriacone che assomiglia a quello che FORSE mi ero immaginato, col suo Toscanello in bocca fa cenno di volermi menare…mi si avvicina e mi prende a sberle, dice che ho messo la lingua in bocca prima a lui e poi al suo pappagallo.
Mi piace, bravo.
Grazie 🙂